Contenuto del corso
Parte Prima – La Professione della Fede
Sezione Prima «Io Credo» - «Noi Crediamo» 26 Quando professiamo la nostra fede, cominciamo dicendo: « Io credo » oppure: « Noi crediamo ». Perciò, prima di esporre la fede della Chiesa, così come è confessata nel Credo, celebrata nella liturgia, vissuta nella pratica dei comandamenti e nella preghiera, ci domandiamo che cosa significa « credere ». La fede è la risposta dell'uomo a Dio che gli si rivela e gli si dona, apportando nello stesso tempo una luce sovrabbondante all'uomo in cerca del senso ultimo della vita. Prendiamo anzitutto in considerazione questa ricerca dell'uomo (capitolo primo), poi la rivelazione divina attraverso la quale Dio si manifesta all'uomo (capitolo secondo), infine la risposta della fede (capitolo terzo).
0/7
Parte Seconda – La celebrazione del Mistero Cristiano
Parte Seconda - La celebrazione del Mistero Cristiano
Parte Terza – La vita in Cristo
Parte Terza - La vita in Cristo
Parte Quarta – La Preghiera Cristiana
Parte Quarta - La Preghiera Cristiana
Prefazione
Informazioni sulla lezione

PARTE PRIMA 
LA PROFESSIONE DELLA FEDE

SEZIONE SECONDA: 
LA PROFESSIONE DELLA FEDE CRISTIANA

CAPITOLO SECONDO 
CREDO IN GESU’ CRISTO, UNICO FIGLIO DI DIO

La Buona Novella: Dio ha mandato il suo Figlio

422 « Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli » (Gal 4,4-5). Ecco la Buona Novella riguardante Gesù Cristo, Figlio di Dio:1 Dio ha visitato il suo popolo,2 ha adempiuto le promesse fatte ad Abramo ed alla sua discendenza;3 ed è andato oltre ogni attesa: ha mandato il suo Figlio prediletto.4

423 Noi crediamo e professiamo che Gesù di Nazaret, nato ebreo da una figlia d’Israele, a Betlemme, al tempo del re Erode il Grande e dell’imperatore Cesare Augusto, di mestiere carpentiere, morto crocifisso a Gerusalemme, sotto il procuratore Ponzio Pilato, mentre regnava l’imperatore Tiberio, è il Figlio eterno di Dio fatto uomo, il quale è « venuto da Dio » (Gv 13,3), « disceso dal cielo » (Gv 3,13; 6,33), venuto nella carne;5 infatti « il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. […] Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia » (Gv 1,14.16).

424 Mossi dalla grazia dello Spirito Santo e attirati dal Padre, noi, riguardo a Gesù, crediamo e confessiamo: « Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente » (Mt 16,16). Sulla roccia di questa fede, confessata da san Pietro, Cristo ha fondato la sua Chiesa.6

« Annunziare… le imperscrutabili ricchezze di Cristo » (Ef 3,8)

425 La trasmissione della fede cristiana è innanzi tutto l’annunzio di Gesù Cristo, allo scopo di condurre alla fede in lui. Fin dall’inizio, i primi discepoli sono stati presi dal desiderio ardente di annunziare Cristo: « Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato » (At 4,20). Essi invitano gli uomini di tutti i tempi ad entrare nella gioia della loro comunione con Cristo:

« Ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta » (1 Gv 1,1-4).

Al centro della catechesi: Cristo

426 « Al centro della catechesi noi troviamo essenzialmente una persona: quella di Gesù di Nazaret, unigenito del Padre […]; il quale ha sofferto ed è morto per noi e ora, risorto, vive per sempre con noi. […] Catechizzare […] è, dunque, svelare nella persona di Cristo l’intero disegno di Dio […]. È cercare di comprendere il significato dei gesti e delle parole di Cristo, dei segni da lui operati ».7 Lo scopo della catechesi: « Mettere […] in comunione […] con Gesù Cristo: egli solo può condurre all’amore del Padre nello Spirito e può farci partecipare alla vita della Santa Trinità».8

427 « Nella catechesi è Cristo, Verbo incarnato e Figlio di Dio, che viene insegnato, e tutto il resto lo è in riferimento a lui; solo Cristo insegna, mentre ogni altro lo fa nella misura in cui è il suo portavoce, consentendo a Cristo di insegnare per bocca sua. […] Ogni catechista dovrebbe poter applicare a se stesso la misteriosa parola di Gesù: “La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato” (Gv 7,16) ».9

428 Colui che è chiamato a « insegnare Cristo » deve dunque cercare innanzi tutto quel guadagno che è la « sublimità della conoscenza di Cristo »; bisogna accettare di perdere tutto, « al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui », e di « conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti » (Fil 3,8-11).

429 Da questa amorosa conoscenza di Cristo nasce irresistibile il desiderio di annunziare, di «evangelizzare », e di condurre altri al « sì » della fede in Gesù Cristo. Nello stesso tempo si fa anche sentire il bisogno di conoscere sempre meglio questa fede. A tal fine, seguendo l’ordine del Simbolo della fede, saranno innanzi tutto presentati i principali titoli di Gesù: Cristo, Figlio di Dio, Signore (articolo 2). Il Simbolo successivamente confessa i principali misteri della vita di Cristo: quelli della sua incarnazione (articolo 3), quelli della sua pasqua (articoli 4 e 5), infine quelli della sua glorificazione (articoli 6 e 7).


(1) Cf Mc 1,1.

(2) Cf Lc 1,68.

(3) Cf Lc 1,55.

(4) Cf Mc 1,11.

(5) Cf 1 Gv 4,2.

(6) Cf Mt 16,18; San Leone Magno, Sermo 4, 3: CCL 88, 19-20 (PL 54, 151); Sermo 51, 1: CCL 88A, 296-297 (PL 54, 309); Sermo 62, 2: CCL 88A, 377-378 (PL 54, 350-351); Sermo 83, 3: CCL 88A, 521-522 (PL 54, 432).

(7) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae, 5: AAS 71 (1979) 1280-1281.

(8) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae, 5: AAS 71 (1979) 1281.

(9) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae, 6: AAS 71 (1979) 1281-1282.