La diocesi avvia il processo dell’Esortazione post-sinodale di Papa Francesco, che presenta le grandi sfide della famiglia nel mondo di oggi all’insegna della misericordia e dell’integrazione.

E’ sull’esperienza familiare, vissuta tra gioie e difficoltà che si è incentrato l’incontro formativo con gli operatori pastorali, della diocesi, di Mons. Giampaolo Dianin. Alla mattina i sacerdoti e diaconi si sono confrontati con il relatore sull’Esortazione Apostolica di Papa Francesco. Ha riletto in sintesi i vari punti dell’esortazione tramite queste tre parole, care al Santo Padre: accompagnare, discernere e integrare. Questa prima riflessione ha gettato le basi per una proposta di accompagnamento e discernimento da vivere con le coppie in situazioni particolari.

Chiamati ad integrare tutti, dunque – raccomanda l’Esortazione – anche i divorziati risposati che possono partecipare alla vita della comunità ad esempio attraverso impegni sociali o riunioni di preghiera. L’esortazione ha sottolineato Mons. Dianin aiuta a riflettere su quali delle attuali esclusioni liturgiche e pastorali possano essere superate con “un adeguato discernimento”, affinché i divorziati risposati non si sentano “fuori dalla comunità”. Bisogna quindi come chiesa locale incoraggiare ad un discernimento responsabile dei casi particolari, perché “il grado di responsabilità non è uguale per tutti”.

Al pomeriggio davanti ad un folto pubblico presente nel Centro Pastorale di San Gavino, ha parlato di Amoris Laetitia, della famiglia nella sua concezione reale: non perfetta e inattaccabile, ma piena di difetti e limiti ma nello stesso tempo vera.

La famiglia rappresenta una risorsa, ma è quel che è, questo deve essere accettato: si deve sfuggire dalla logica delle lamentele.

La famiglia non deve essere idealizzata poiché deve avere dignità anche ciò che non è perfetto. E’ proprio dalle situazioni concrete, dalle fragilità familiari e dai problemi quotidiani da accettare che si può partire per migliorare, per fare passi in avanti. Il messaggio di mons. Dianin è chiaro

“Se non si parte dalla realtà si costruisce sulla sabbia”. 

C’è poi la sfida del linguaggio: il bisogno di farsi capire di una Chiesa che ascolta e cammina con la gente, capendo che forse oggi tutto è cambiato. Sono tanti i punti che don Giampaolo, docente di teologia morale presso la Facoltà Teologica del Triveneto, affronta nel discorso sull’Amoris Laetitia, ma si parla soprattutto di amore, che si lega a doppio filo con l’etica. Amore libero più che in passato ma con le regole che servono per vivere bene come nel caso del rapporto genitore–figlio. Amore che è poi alla base del matrimonio: una promessa di vita insieme che supera, l’attrazione fisica, il sentimento e le palpitazioni e si nutre di rispetto, di condivisione, di complicità e getta le basi di un progetto di vita assieme. Mons. Dianin non nasconde che i sentimenti cambino nelle diverse stagioni dell’amore e della vita, ma ognuna di esse ha qualcosa di bello da offrire. Per i presenti e le coppie, la serata di oggi ha offerto preziosi spunti di riflessione, tra cui il fatto che l’amore è alla base di tutto e con la comprensione e la pazienza si può percorrere un cammino come coppia e come famiglia, guidati dalla fede, sentendo la chiesa vicina.

Le parole di mons. Dianin a volte strappano un sorriso, ma poi arrivano dritte al cuore, toccando i problemi veri che tutti incontrano nel quotidiano, e alla fine rincuorano.

Passa chiaro il messaggio che la Chiesa può fare molto se sa cogliere i cambiamenti della società, ascoltare le parole di chi cerca aiuto, sostegno e conforto. Il ricordo di questa serata è un inno alla vita, ricca di esperienze e di momenti di incontro e confronto con la gente che diventa una comunità unita come una grande famiglia.

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